ESPACE CULTURE

À LA UNE

La rinascita della cattedrale di Notre-Dame.

Ritrovare Notre-Dame. Vederla da vicino. Calpestare di nuovo il sagrato. Affacciarsi nelle navate laterali. Alzare la testa verso le volte. Tutto questo sarà possibile tra qualche mese. Notre-Dame tornerà: è il primo comunicato del neonato “Organismo pubblico dedicato alla costruzione e al restauro della cattedrale”.

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2020: cinquant’anni senza Jean Giono.

Manosque, 9 ottobre 1970: muore Jean Giono, grande rappresentante della letteratura francese del ‘900 e portavoce culturale dell’Alta Provenza. Il 2020 coinciderà quindi con il 50° anniversario della morte dello scrittore, personaggio simbolo di una regione e di una generazione. E le celebrazioni dell’enfant du pays e della sua opera si susseguiranno lungo tutto l’arco dell’anno, coinvolgendo l’intera Provenza e arrivando a raggiungere la capitale.

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LIVRES

Maryline DESBIOLLES, Lampedusa, ad est dell’equatore editore.

Una ragazzina evoca l’infanzia trascorsa serena con la sorella, la madre e il padre nella campagna nizzarda. Lampedusa è l’isola del sogno che la famiglia sceglie per passare le vacanze, quando il padre abbandona la casa inspiegabilmente e senza lasciare tracce. L’evento costituisce una forte rottura nell’animo della protagonista e a questo ne seguiranno altri che cambieranno bruscamente il suo mondo. Costretta a vivere in un angusto appartamento della periferia di Nizza, la ragazza, come in balìa delle onde, perde ogni riferimento nello spazio e nel tempo, perde il mare immenso che mirava dalla collina in compagnia del padre, la luce del faro la sera, i cedri della sua terra e perde la magia di quei ricordi. L’amicizia con l’anziana vicina di casa, con la quale recupera la memoria del quartiere, e con Fadoun, una compagna di scuola di origini africane, con la quale divide la sua solitudine, aiuta l’adolescente a cambiare rotta. I racconti di Fadoun del terribile viaggio intrapreso con la sua famiglia dall’Africa, attraverso il deserto e poi il grande mare per approdare finalmente, viva, sulle coste di Lampedusa, salvano le due ragazze da un naufragio esistenziale. Maryline Desbiolles in questo romanzo breve utilizza una prosa profonda e poetica per legare con delicatezza il dramma collettivo delle migrazioni a quello intimo della perdita, facendo in modo che la lettura prosegua in un continuo riconoscimento di sé nel vissuto dell’altro.

Maryline Desbiolles vive nell’entroterra nizzardo. Ha iniziato a scrivere da bambina dedicandosi alla poesia che lei stessa definisce “la sua scuola di scrittura” e a forme narrative sperimentali. È autrice di numerosi romanzi e collabora con emittenti come “France Culture” nella sezione letteraria.

Lampedusa è l’isola che non abbiamo conosciuto.

Non è più per me quel piccolissimo territorio

di venti chilometri quadrati,

ma un buco, una mancanza

e poi il vuoto di quell’estate in cui non siamo partiti.

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Adrien BOSC, La traversata (Capitaine), Guanda.

«Letterario, avventuroso, una navigazione tra due mari: passato e memoria, verità e artificio. Una magica traversata»Vanity Fair

«Bosc fa rivivere con maestria un intero capitolo, dimenticato, della nostra storia»Paris Match

Il 24 marzo 1941, il Capitaine-Paul-Lemerle lasciava il porto di Marsiglia per affrontare la traversata dell’Atlantico con circa trecento passeggeri a bordo. «Non si trattava solo di una nave ma di un’arca»: ospitava un piccolo e variegato consesso di artisti, studiosi e rifugiati politici, tutti in fuga dagli orrori del secondo conflitto mondiale. Le ragioni della partenza erano diverse e diversa la meta finale: André Breton e Claude Lévi-Strauss volevano raggiungere New York; Victor Serge era riuscito a strappare per sé e il figlio un visto per il Messico, così come Anna Seghers. Germaine Krull, che con occhio di fotografa si aggirava tra i sartiami in cerca di uno scatto, sarebbe arrivata in Brasile, il pittore Wilfredo Laim a Cuba. Erano saliti aspettandosi lussi da transatlantico, ma si trovarono a condividere una bagnarola arrugginita che offriva modesti letti a castello e in alcuni casi anche il disprezzo del comandante. Fu una navigazione lunga e faticosa, il cibo scarseggiava, l’igiene era nullo, e all’interno di questo mondo chiuso venne a crearsi una comunità costretta a inventare momenti di pallida allegria e ad affrontare nuove prove a ogni scalo, come la quarantena nell’agognata Martinica. Nessuno sarebbe uscito indenne da quella crociera forzata, ma tutti avrebbero trovato il modo di ricordarla in una frase, in un diario, in un quadro, in una foto.

Proprio da una foto parte Adrien Bosc per raccontare la vicenda di un gruppo di persone che per qualche mese hanno condiviso un destino. Mette insieme materiali d’archivio, li frammenta, li spariglia, usa quelle storie per riflettere sulla creazione letteraria, sulla finzione, sulla realtà, le dosa con talento e salpa per il suo lungo viaggio.

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Michel ONFRAY, Saggezza. Saper vivere ai piedi di un vulcano (Sagesse. Savoir vivre au pied d’un volcan), Casa editrice Ponte alle Grazie.

Dopo l’affresco di Decadenza, che raccontava l’ascesa e la profonda crisi della nostra civiltà, per Michel Onfray è venuto il momento di delineare un modello positivo a cui ispirare l’esistenza individuale e collettiva: lo trova nei grandi protagonisti dell’antica Roma. Il filosofo francese attinge a piene mani dalla storia romana per darcene un’interpretazione eretica e di buonsenso allo stesso tempo: a differenza della pomposa (e inutile) metafisica dei greci, che vivevano con gli occhi rivolti al cielo delle idee, i romani sono veri e propri maestri di vita, «saggezza» incarnata, dunque filosofia allo stato puro. I greci imbrogliavano con le loro fumose teorie, mentre i romani, che sapevano vivere con i piedi ben piantati a terra, continuano a illuminarci e a spronarci con i loro grandi esempi. I discorsi non valgono nulla se non si trasformano in gesti, azioni, carne – ed è uno spettacolare teatro di corpi quello che allestisce Onfray, di suicidi grandiosi e di combattimenti di gladiatori, di amicizie sublimi e di omicidi che cambiano il corso della Storia. Diviso in tre grandi parti, dedicate rispettivamente a Sé, agli Altri e al Mondo, Saggezza ci esorta a (ri)trovare il romano che è in noi, ovvero la capacità di prenderci cura di noi, della comunità e della natura, e prova a dare una risposta alle domande più difficili: che uso fare del proprio tempo? Come rimanere saldi nel dolore? Si può invecchiare bene? Bisogna generare figli? Come si fa ad addomesticare la paura della morte? Cosa ci insegna la natura? Voce rara e preziosa nei nostri «tempi alla fine del tempo», Onfray ci ricorda che vivere non è fissare gli occhi al cielo, ma proteggere la città e amare più che si può: soprattutto se si sta approssimando una tempesta.

“Se anche prima o poi il Vesuvio della nostra civiltà dovesse esplodere, possiamo tuttavia sempre vivere da Romani: in piedi e a testa alta”. (Michel Onfray).

Filosofo francese fra i più popolari e controversi, autore di oltre ottanta libri, decostruisce ormai da quasi trent’anni mitologie religiose, filosofiche, sociali e politiche.

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Michel SERRES, Morale per disobbedienti (Morales espiègles), Bollati Boringhieri.

Il congedo sorridente, in punta di piedi, di un grande filosofo che ha sempre irriso ogni genere di conformismo.

«Cos’è invece la cultura? è ciò che permette all’uomo di cultura di non schiacciare nessuno sotto il peso della sua cultura. E dunque sì, confesso di aver creato scompiglio tutta la vita, per dileggio delle gerarchie pesanti e sciocche, e per onorare il pensiero vivo e libero.»

Che cosa ci fa una giraffa a Parigi davanti all’Eliseo? E perché il primo ministro Pompidou urla al telefono contro il direttore dell’École normale? Ce lo racconta Michel Serres in questo suo ultimo libro, insieme a tanti altri scherzi che, da bravo rompiscatole, si è divertito a fare per tutta la vita: le battaglie con i cuscini contro i sorveglianti del collegio, da studente; le feste fino a tarda notte sui transatlantici, da ufficiale di marina; lo scompiglio caotico durante i corsi di filosofia, da professore. A ottantotto anni Michel Serres ci ha lasciati, ma prima di andarsene ci ha regalato questo libro-testamento, nel quale si addentra «in punta di piedi nel territorio esotico della morale», scegliendo di celebrare non la filosofia, né il sapere scientifico e tecnico – che pure lo hanno reso una delle menti più stimate e apprezzate dell’ultimo secolo in Francia – ma la burla. Lo scherzo e l’impertinenza, infatti, sono stati per Serres la prima vera esperienza sociale e politica, il primo atto di disobbedienza. Da questi, racconta, ha imparato a prendersi gioco delle gerarchie e a preferire l’obbedienza alla verità delle cose, «leali e dure, che hanno in sé le proprie leggi». Da bravo nonno, Serres sceglie di celebrare la risata dolce che, sola, è in grado di renderci umani, e l’umiltà anticonformista di chi sa prendersi poco sul serio, è capace di provare empatia e sa mettersi nei panni di chi è ferito e in difficoltà. Perché sono gli umili e i modesti a possedere «l’intelligenza coraggiosa che si inchina di fronte alla verità piena e alla bellezza del mondo». Morale per disobbedienti è il saggio e bonario libro d’addio di un grande filosofo, che ha saputo guardare con profondo rispetto e incrollabile ottimismo al mondo digitale dei suoi nipoti in Non è un mondo per vecchi, invitandoli sempre e comunque a coltivare quella spinta tutta umana che chiamiamo utopia.

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Alexandre DUMAS, Grande Dizionario di Cucina (Le grand dictionnaire de cuisine), Ibis Edizioni.

Ecco la nuova edizione di un’opera insostituibile, che da tempo non era più disponibile in libreria. Il padre dei Tre Moschettieri, del Conte di Montecristo e di una serie di romanzi di grande successo è stato anche un famoso buongustaio, un gourmand, come direbbero i francesi, un grande gaudente, come diremmo noi.  Ma è stato anche l’autore di questo prodigioso “Dizionario di Cucina”: una vasta raccolta delle più incredibili e succulente ricette di tutti i tempi (circa 3.000 ricette!).

Ricette, menù e pranzi memorabili sono qui presentati con il gusto del grande narratore: prima di essere provate, queste ricette devono essere lette per seguire la galoppante immaginazione, le peripezie storiche e gli aneddoti fantastici che solo un narratore come lui può raccontarci per ricreare il gusto di questi piatti e di queste occasioni.

Ogni voce diventa pretesto per divagazioni, ricordi e considerazioni: della veridicità di quanto ci racconta si può forse dubitare, ma tutto è talmente coinvolgente che non ha poi molta importanza sapere dove comincia l’invenzione di Dumas.

“L’uomo, nascendo, ha ricevuto dal suo stomaco l’ordine di mangiare almeno tre volte al giorno per recuperare le forze che gli vengono tolte dal lavoro e, ancora più spesso, dall’ozio.” Alexandre Dumas

Da “Abavo” a “Zucchetti”: centinaia di voci e ogni voce è l’innesco di un affondo mirabolante, del racconto di un viaggio. Come quando a Napoli gusta “una specie di schiacciata di forma rotonda che si lavora come la pasta del pane” e che si può fare “all’olio; al lardo; alla sugna; al formaggio; al pomodoro; ai pesciolini”: è la pizza!

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Chiara SELENATI, La mia pasticceria francese, Tecniche Nuove.

Protagonisti di queste pagine sono naturalmente i dolci, quelli francesi.

L’autrice ha vissuto per diversi anni in Francia avvicinandosi alla pasticceria d’oltralpe che considera la migliore al mondo. Da sempre appassionata di cucina, i dolci sono la sua passione e non sopporta rifare due volte la stessa cosa.

Le ricette proposte sono quelle della tradizione, dai classici ai dolci più tipici e particolari e a numerose rivisitazioni. All’autrice piace sperimentare nuovi accostamenti, con curiosità e fantasia, mescolare ingredienti di culture culinarie diverse per creare dolci unici che deliziano il palato, ammiccano agli occhi e scaldano il cuore. Accanto ad ogni ricetta c’è anche una breve storia che la riguarda: com’è nata e perché, per quale occasione è pensata, come viene tradizionalmente consumata, in modo da apprezzarne e capirne ancora di più la storia.

Il libro si divide in quattro sezioni: le ricette per tutti i giorni come croissants, madeleines, pain d’épices e mousse au chocolat, perfette per regalare un momento speciale, una colazione o una merenda semplice ma d’effetto.

Le ricette base insegnano a preparare i fondamentali: pasta sfoglia, pasta frolla, pralinato, caramello al burro salato, utili e necessari per tutte le preparazioni.

Quelle per le occasioni speciali sono pensate per stupire gli ospiti con dessert raffinati e eleganti, come la Saint Honoré, la Charlotte ai lamponi, la millefoglie e il Paris-Brest.

Per accontentare anche i palati meno zuccherini, il libro si conclude con alcune ricette di torte salate che in Francia hanno una lunga tradizione, a cominciare dalla quiche lorraine.

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Benedetta CRAVERI, Amanti e regine. Il potere delle donne, Adelphi.

«Non si è mai sazi di queste mitiche figure femminili che montagne di biografie e romanzi hanno di volta in volta esaltato o denigrato, icone avventurose o romantiche, melodrammatiche o futili, raggelate dal tempo. Scorrono adesso tutte insieme, da Caterina de’ Medici a Maria Antonietta, dai primi decenni del XVI secolo alla fine del XVIII, gemme della storia e delle storie delle donne, con le loro fortune e sfortune, col potere della loro bellezza e della loro sottomissione, il fervore della loro ambizione o del loro ardore, lo slancio della loro intelligenza o della loro astuzia, nell’affascinante nuovo libro di Benedetta Craveri; la scrittrice che si muove nelle corti e nei castelli dei Valois e dei Borbone, dei Guisa o dei Lorena con la grazia somma della cultura, della curiosità, del pensiero, della scrittura magnifica». (Natalia Aspesi).

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Romain SLOCOMBE, Il caso Léon Sadorski (L’affaire Léon Sadorski), Fazi Editore.

Parigi, aprile 1942. La capitale francese è in piena Occupazione tedesca. La paura dei bombardamenti inglesi, i traffici illeciti, gli arresti arbitrari, la caccia serrata al terrorista e all’ebreo di turno sono all’ordine del giorno e la popolazione deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. Per Léon Sadorski, ispettore di polizia antisemita e anticomunista, la scelta è scontata: il collaborazionismo rappresenta l’occasione perfetta per ottenere privilegi e autorità. Personaggio dall’indole egoista e meschina, per lui l’Occupazione sarà anche l’alibi ideale per lasciare libero corso a tutte le sue bassezze e perversioni: si getterà quindi a capofitto nel suo lavoro di poliziotto, arrestando gli ebrei per spedirli al campo di lavoro più vicino, dando una mano alle Brigate speciali incaricate di intervenire contro i presunti terroristi e approfittandosi di chiunque. Ma, come tutti gli approfittatori, Sadorski è avido e codardo; e quando verrà arrestato inspiegabilmente dalla Gestapo e portato in una prigione di Berlino, dovrà giocare d’astuzia e affinare le sue armi per poter continuare indisturbato a fare i propri interessi nella Parigi collaborazionista.

Romain Slocombe firma un thriller atipico, pervaso dell’atmosfera classica del noir francese e al tempo stesso minuziosamente documentato sul piano della ricostruzione storica. Léon Sadorski, protagonista antieroe di una nuova serie di polizieschi, trascina il lettore in una Parigi oscura e corrotta.

«Una penna come uno scalpello, netta, precisa, efficace: l’arte di Slocombe è quella di rendere la grande Storia terribilmente umana». Ian Manook

«Un poliziesco senza filtri né concessioni, minuziosamente documentato, che mette in scena un bastardo puro nella Parigi delle Citroën Traction nere, degli scantinati della Carlingue a rue Lauriston, delle uniformi grigioverdi». «Le Figaro»

«Il talento di Slocombe sta nel saper mescolare la letteratura popolare con la descrizione vertiginosa di un abisso ordinario». «Le Monde»

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Emmanuelle POUYDEBAT, Atlante di zoologia poetica (Atlas de zoologie poétique), illustrazioni di Julie Terrazzoni, Ippocampo.

Benvenuti nel paese delle meraviglie animali, dove ci sono lucertole che camminano sull’acqua, insetti che si credono fiori, rane che resuscitano e squali che fanno figli da soli, invece che in coppia. Sfilano in questo atlante trentasei straordinarie creature, capaci di cose che non ci aspetteremmo, e che talvolta non sappiamo spiegare. Trentasei incontri affascinanti per celebrare la ricchezza e il mistero del mondo animale, un mondo in larga parte sconosciuto nel quale tanto rimane ancora da scoprire, far conoscere e proteggere…

L’etologa Emmanuelle Pouydebat è direttore di ricerca presso il Muséum national d’histoire naturelle di Parigi. Si è specializzata nell’evoluzione del comportamento animale che affronta con approcci interdisciplinari.

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Yvan ALAGBÉ, Negri gialli e altre creature immaginarie (Nègres jaunes et autres créatures imaginaires), Canicola editore.

Racconta la dura realtà degli immigrati in Francia la graphic novel dell’illustratore Yvan Alagbé che cerca di rendere visibile l’invisibile. Si è ispirato a Pier Paolo Pasolini, in un viaggio all’incontrario, dalla fantasia alla realtà. Negri gialli e altre creature immaginarie è un libro attualissimo che restituisce uno spaccato autentico sulla realtà dei migranti e le sue contraddizioni. Un ex poliziotto che irrompe nella vita di due clandestini, una donna abbandonata sulla strada da un tassista in esilio, lavoratori fantasma che conducono uno sciopero di un anno. Yvan Alagbé propone una dichiarazione politica profondamente personale su amore e razzismo, oppressione e fuga, con un ritmo incalzante che disorienta e fa riflettere. Negri gialli e altre creature immaginarie è considerato tra i fumetti più importanti degli ultimi venti anni: libro-culto oltralpe, ha conquistato gli Stati Uniti e vinto la selezione Talking Pictures del 2019.

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EXPOSITIONS

Giono. Marsiglia. Mucem (Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo). Fino al 17 febbraio 2020.

Al Mucem di Marsiglia ha aperto i battenti una grande retrospettiva dedicata a Jean Giono (1895-1970). Lontana dall’immagine semplificata dello scrittore provenzale, questa mostra segue il percorso del suo lavoro scritto e filmato, restituendo tutta la sua oscurità, il suo nerbo e la sua universalità. Poeta di ritorno dalle fosse comuni della prima guerra mondiale, Giono si concentra tanto sulla descrizione della profondità del male quanto sulla ricerca dei suoi antidoti: la creazione, il lavoro, il pacifismo, l’amicizia dei pittori, il rifugiarsi nella natura, la fuga nell’immaginazione.

Per dare corpo ad uno degli artisti più prolifici del XX secolo, quasi tutti i suoi manoscritti (Giono aveva il dono di una grafia lineare, quasi senza ripensamenti), esposti per la prima volta, entrano in dialogo con quasi 300 opere e documenti: archivi familiari e amministrativi (compresi quelli delle sue due carceri), corrispondenza (basterebbe il carteggio con André Gide), documenti fotografici, prime edizioni, interviste filmate, oltre a tutti i taccuini di lavoro dello scrittore, il manoscritto del suo Journal de l’Occupation, i film che ha realizzato o che ha prodotto e scritto, gli adattamenti cinematografici delle sue opere realizzati da Marcel Pagnol e Jean-Paul Rappeneau, i dipinti ingenui del misterioso Charles-Frédéric Brun che gli ha ispirato Le Déserteur, e i quadri dei suoi amici pittori, primo fra tutti Bernard Buffet.

Dando voce a queste tracce materiali di vita e di creazione, la mostra esplora il simbolismo nascosto nel lavoro dello scrittore anche attraverso quattro installazioni di arte contemporanea, create appositamente per questo progetto.

Una mostra, quella del Mucem, che sarà completata da passeggiate urbane, proiezioni cinematografiche, eventi e spettacoli dedicati all’autore.

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Greco. Parigi. Grand Palais. Fino al 10 febbraio 2020.

Il Grand Palais di Parigi consacra una vasta retrospettiva al Greco. La mostra traccia il percorso del maestro, dalle origini bizantine fino alla rilettura della sua opera in chiave moderna.

Nel corso del tempo lo si è definito come mistico, folle, eretico o più banalmente come astigmatico, con l’intento di giustificare le forme eccessivamente allungate e le proporzioni antinaturalistiche nelle sue tele. Doménikos Theotokópoulos (Creta, 1541 ‒ Toledo, 1614), detto El Greco, è stato più semplicemente un “artista alieno” al suo contesto di appartenenza, che ha saputo creare un ponte tra il Rinascimento, l’arte moderna e le prime avanguardie del XX secolo. C’è qualcosa di incredibilmente contemporaneo, straniante, spiazzante e geniale nelle opere di questo artista, vissuto nella seconda metà del 1500, la cui vita, per molti versi oscura, resta avvolta nella leggenda. Lo storico tedesco Carl Justi nel 1888 descriveva la sua pittura come “lo specchio e il riassunto delle sue degenerazioni pittoriche. Prigioniero dei suoi sogni folli, il suo pennello sembra volerci svelare il segreto degli stravaganti incubi che egli produceva quando il suo cervello si surriscaldava. La grande retrospettiva francese, in scena al Grand Palais, permette, attraverso l’accostamento di circa 71 opere, di mettere in luce il lavoro dell’artista seguendone l’incredibile evoluzione, da Venezia a Toledo.  Dagli esordi, nel solco della tradizione bizantina, fino alla piena indipendenza creativa, costituita da forme e temi innovativi accompagnati dalla libertà assoluta del colore. La narrazione di questo cammino artistico avviene in uno spazio concepito come la navata di una cattedrale, opera della scenografa Véronique Dollfus, nel quale la luce ritma il passo del visitatore, attirato verso il centro dalla tela dell’Assunzione. L’opera funge da “altare” intorno al quale s’irradia lo spazio espositivo. Le pareti della vasta galleria sono state lasciate volontariamente bianche in modo da far risaltare i colori delle opere, che si presentano carichi, cangianti e, nei loro accostamenti puri, quasi elettrici.

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Marie-Antoinette, métamorphoses d’une image. Parigi. Conciergerie. Fino al 26 gennaio 2020.

Questo magnifico palazzo parigino sulle rive della Senna ospitava anticamente le prigioni reali. Ora la Conciergerie dedica dal 16 ottobre 2019 a fine gennaio 2020 una mostra alla regina Maria Antonietta, che visse qui gli ultimi giorni della sua vita.

Sovrana altera, icona di moda, donna di cultura, traditrice straniera, eroina adolescente, madre premurosa o martire della Rivoluzione francese… Chi era Maria Antonietta?

Personaggio storico tra i più commentati in libri, biografie e film. Il più rappresentato dagli artisti contemporanei, sicuramente il più raffigurato in mobili, bambole, manga, romanzi, pubblicità o videogiochi, la regina di Francia dal destino tragico rivive nelle stanze della Conciergerie a Parigi.

Venne imprigionata qui nel 1793, prima di essere ghigliottinata. Vi è (ri)ospitata ora con tutti gli onori all’interno di una grande mostra che ripercorre le molteplici evoluzioni della sua immagine attraverso i secoli e i paesi. Scritti, ritratti, oggetti, video, tra cui il film di Sofia Coppola e il suo suggestivo immaginario, riprenderanno questo fascino e questa sovraesposizione mediatica mondiale.

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Picasso and Paper. Londra. Royal Academy of Arts. Dal 25 gennaio al 13 aprile 2020.

Picasso and Paper è la più grande e completa mostra dedicata ai fantasiosi ed originali impieghi della carta da parte di Picasso. Riunendo oltre sue 300 opere e racchiudendo l’intera prolifica carriera dell’artista, durata 80 anni, questa innovativa mostra si concentrerà sulle miriadi di modi in cui l’artista ha lavorato sia sulla carta che con la carta ed offrirà nuovi spunti di riflessione sul suo spirito creativo e sui suoi metodi di lavoro. Dagli studi per Guernica all’enorme collage Femmes à leur toilette o a quello dedicato a Le Déjeuner sur l’herbe after Manet: Picasso ha manipolato la carta piegandola al suo genio creativo. La mostra svela come il pittore spagnolo amasse sperimentare su materiali nati per altro, dal pezzo di giornale al tovagliolo, alle tappezzerie. Non mancano i quaderni con gli schizzi preparatori per capolavori come Les Demoiselles d’Avignon.

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CINÉMA

Sulle ali dell’avventura (Donne-moi des ailes). Un film di Nicolas Vanier. Con Jean-Paul Rouve, Mélanie Doutey, Luis Vasquez, Lilou Fogli, Frédéric Saurel. Uscita 9 gennaio 2020.

Un racconto familiare ed ecologico, che sprona il giovane pubblico a non rinunciare alle prime difficoltà.

La storia vera dell’ornitologo Christian Moullec, soprannominato « birdman » (l’uomo uccello) per aver dedicato la sua vita ad allevare ed addestrare oche orfane, volando letteralmente con loro.

Christian, separato, si è trasferito in Camargue, dove ha elaborato un piano, al limite della legalità, per salvare le oche selvagge dall’estinzione, indicando loro una rotta migratoria alternativa. Suo figlio Thomas, costretto a passare le vacanze con lui, si scoprirà pian piano altrettanto appassionato al progetto e diventerà protagonista di un’avventura incredibile, nei cieli d’Europa.

Ricco di riferimenti illuminati, dal Popolo migratore a L’anello di re Salomone, il film è una perfetta proposta scolastica o familiare, e unisce il fascino per le esplorazioni naturalistiche (che da sempre caratterizza il cinema di Vanier) con le attuali istanze ecologiste. Rispondendo alla domanda più urgente del nostro tempo : quella di uscire di casa e fare qualcosa per salvare il salvabile, mettendosi in gioco a partire dal proprio piccolo.

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Alice e il Sindaco (Alice et le Maire). Un film di Nicolas Pariser. Con Fabrice Luchini, Anaïs Demoustier, Nora Hamzawi, Léonie Simaga, Antoine Reinartz. Uscita 30 gennaio 2020.

Pariser si conferma autore audace e ispirato in una commedia filosofica sull’impotenza della politica ad agire : un politico si affida a una giovane filosofa per ritrovare gli stimoli ; inizialmente la cosa sembra funzionare, ma non durerà molto.

A qualche mese dalle elezioni municipali, il sindaco di Lione non ha più idee. Dopo trent’anni di vita politica è come svuotato. In suo soccorso, l’entourage comunale recluta una giovane normalista. Il ruolo di Alice Heimann è rigenerare la capacità di pensare del sindaco e la visione necessaria all’azione politica. Introdotta nel cerchio della fiducia, Alice rivela un’agilità innata per la ‘cosa politica’ fornendo carburante alla macchina municipale. E la macchina riparte ma gli scossoni e i sobbalzi non tarderanno a costringerla alla sosta forzata.

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