🇫🇷 IL PASSAGGIO DI COROT

Camille Corot è il paesaggista forse più noto di tutto l’Ottocento, sicuramente il più amato dai suoi contemporanei, in virtù di un generale apprezzamento sia della sua pittura come della sua persona, dotata di un carattere pacato e portato naturalmente alla cordialità e alla generosità.

Jean-Baptiste-Camille Corot (1796 - 1875)

Il segreto della grandezza della sua arte è da rintracciare nella formazione solida e perseverante che si era imposto e nell’amore spontaneo e viscerale che egli aveva per la natura, alla quale si era votato sin dall’età giovanile, aprendosi ogni giorno allo stupore della mutevolezza della realtà:

La natura non rimane mai uguale per due minuti consecutivi, al contrario, cambia continuamente secondo la stagione, il tempo, l’ora e la luce, il freddo e il caldo; tutto questo costituisce la sua fisionomia ed è questo che è importante rendere bene.

Il passaggio di Corot nel Golfo della Spezia risale al primo lustro degli anni Trenta dell’Ottocento. Egli è al suo secondo soggiorno italiano, compiuto insieme all’amico pittore Grandjean da maggio a ottobre del 1834. Raggiunge l’Italia attraverso la Costa Azzurra , entrando in Liguria da ponente e visitando Sanremo, Taggia, Porto San Maurizio, Oneglia, fino a raggiungere Genova il primo giugno, dove sosta parecchi giorni.
Dalla Spezia passa nel tragitto che lo porta a Pisa, quindi a Volterra e a Firenze. Si può ipotizzare che il pittore avesse già sentito parlare delle coste del levante ligure perché da giovane, partecipando al prix de Rome, era entrato in contatto proprio con alcuni dei pittori tedeschi che avevano frequentato l’area ligure-apuana. A lui Ernst Fries aveva dedicato un fresco ritratto a disegno nel 1826.

L’impressione del Golfo fu evidentemente forte e verosimilmente fissata nella memoria con qualche fresco croquis, giacché molti anni dopo Corot creò un tipico souvenir dedicato alla marina spezzina chiusa a levante dal protendersi del colle dei Cappuccini, segno che egli aveva percorso il viale alberato che attraversava la marina giungendo da ovest, lungo la strada di Genova, e procedendo verso est.
Ricordo di uno stato d’animo più che di un luogo reale, il Souvenir dela Spezzia, effet du matin è un’impressione emozionale di un’atmosfera sospesa fra cielo-mare-alberi che svela un malinconico stupore nel darsi di un paesaggio nella luce.
In esso riconosciamo la poetica tarda dell’autore piuttosto che il registro della verosimiglianza. Nella maturità, infatti, Corot non solo si libera di ogni residuo accademico ma anche dal realismo di Barbizon che aveva improntato la sua formazione. Nascono così i paesaggi lirici avviluppati da atmosfere brumose, sensazioni di memoria tradotte in pittura, alle quali appartiene il Souvenir dedicato alla marina spezzina, apparso non molti anni fa sul mercato antiquariale.

Camille Corot, Souvenir de la Spezzia, effet du matin. Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 (recadrée)

@Marzia Ratti

Riferimenti bibliografici: V. Pomarède, a cura di, Corot. Natura, emozione, ricordo, Ferrara Arte S.p.A., 2005.
E.M. Nélaton, Histoire de Corot et de ses oeuvres, Paris, Floury, 1903.
M. Ratti, L’Ottocento e il Golfo. Dalla scoperta all’estetica del paesaggio, in Il senso del Golfo, a cura di R. Piccioli e A. Scansani, Reggio Emilia, Diabasis, 2008, pp. 113-127

🇫🇷 “PERCORSI” – Il passaggio di Corot