🇫🇷 IL PASSAGGIO DI DOMINIQUE VIVANT DENON (1811)

Era da poco iniziato l’autunno del 1811 quando Dominique Vivant Denon passò in Liguria per visionare e scegliere quanto di meglio in arte mancasse al plus beau musée de l’univers che egli stava realizzando per l’imperatore Bonaparte.

Robert Lèfevre, Portrait de Vivant Denon (Palais de Versailles)

Denon ne aveva ricevuto incarico nel 1802, divenendo ‘Direttore del Museo Centrale delle Arti’, sorta di impero amministrativo che comprendeva il Musée Napoleon, Versailles, le Gallerie del Palazzo del Governo, della Moneta, delle Medaglie, dell’Incisione, le manifatture di Sèvres, dei Gobelins, della Savonnerie, i monumenti francesi, nonché l’incarico dell’acquisizione e del trasporto delle opere d’arte. Praticamente un plenipotenziario ‘generale al servizio delle arti francesi’, tanto da essere chiamato l’oeil de Napoléon. Quel che oggi conosciamo come Louvre, in quegli anni fatidici era stato denominato, a onore e gloria del sovrano, Musée Napoléon. L’ultimo viaggio in Italia del potente direttore era stato deciso in occasione della reiterata, radicale, legge riguardante le soppressioni delle chiese e dei conventi, una circostanza che avrebbe consentito a Denon di trovare e scegliere tra le migliori opere esistenti nel territorio ormai di dominio francese, dal basso medioevo fino ai suoi tempi. Un’occasione da non perdere, come lui stesso scrisse a Napoleone. Ma ciò che più stava a cuore a Denon in quel momento erano i cosiddetti pittori ‘primitivi’ ossia i grandi maestri anteriori al Rinascimento e con essi le tardive manifestazioni del linguaggio tardogotico che si inoltrava nel Quattrocento, di cui la Liguria era scrigno particolarmente prezioso. Per questo volle passare da Savona, Genova, Chiavari, La Spezia e Carrara, prima di raggiungere Pisa e Firenze che dei poderosi maestri del Trecento erano di certo le città più ricche.

Dal non sfarzoso patrimonio spezzino, egli volle estrarre due opere che non rientravano precisamente nei suoi criteri prioritari, ma che riteneva potessero essere due gemme degne di considerazione. I suoi interessi si appuntarono sulla chiesa e convento di San Francesco, già dei Minori Osservanti, da cui prelevò la preziosa ancona policroma della bottega di Andrea Della Robbia L’incoronazione della Vergine –che oggi possiamo ammirare in Santa Maria – e La moltiplicazione dei pani di Giovan Battista Casoni che originariamente ornava il refettorio del convento. Nell’elenco finale redatto dal segretario generale del Museo che accompagnava Denon, a margine dell’ancona robbiana era annotato: Le directeur a marqué cet article pour faire connaître en France les progrès de la poterie dans le 15e siècle en Italie. Cet art est tombé en decadence depuis la mort de Luca Della Robbia qui ne voulut point donner son procédé, et qu’on peut comparer au Bernard Palessi francais pour émailler les terres, mais qui lui est supérieur comme artiste.
Una scelta repentina forse nata sul campo, alla vista di quel magnifico esemplare di altorilievo invetriato che, effettivamente, ben figurò nella mostra Des écoles primitives de l’Italie et de l’Allemagne che l’infaticabile Denon riuscì ad aprire nel luglio del 1814, quando ormai l’astro napoleonico era tramontato, ma non così l’ambizioso progetto museale.
Dopo faticose e lunghe peripezie, la sontuosa pala robbiana poté tornare alla Spezia, non senza aver perso qualche pezzo e soprattutto la chiarezza del suo contesto nativo.

@Marzia Ratti

Bottega di Andrea della Robbia, L'incoronazione della Vergine (Chiesa di S.Maria Assunta - La Spezia)

Riferimenti bibliografici: M. Ratti, Dominique Vivant Denon nel Levante ligure: peripezie dell’ancona robbiana di San Francesco Grande alla Spezia, in Studi di Storia dell’arte in ricordo di Franco Sborgi, a cura di L. Lecci – P. Valenti, Genova, De Ferrari e University Press, 2018.
D. Brard, M.A. Dupuy, Dominique-Vivant Denon, L’oeil de Napoléon, Paris, Ed. R.M.N., 1999.

🇫🇷 “PERCORSI” – Dominique Vivant Denon